🟡Ho cominciato a leggere sul serio per colpa di un tascabile.
Era uno di quei Feltrinelli economici, con la copertina ruvida e un vago odore di colla.
Al liceo mettevo da parte i soldi della merenda e, quando bastavano, andavo in libreria.
Non leggevo la quarta di copertina: li sceglievo così, a istinto. Ne ho preso uno, poi un altro, e non mi sono più fermato. In questo modo ho incontrato Uhlmann e Benni, Freak Antoni e Tabucchi, Gordimer e Tondelli.
🟠Oggi, Feltrinelli Editore pubblica il mio nuovo libro. E mi sembra quasi di doverlo raccontare a quel ragazzo – puro, appassionato, fragile – in fila alla cassa.
Di cosa parla?
Viktor è un giovane liceale romano con “il cuore sempre in subbuglio”. Si innamora di Chloé, una ragazza francese conosciuta online, e decide di raggiungerla a Genova.
Si ritroverà nei giorni incandescenti del G8 e scoprirà la politica, la rabbia, il desiderio di cambiare il mondo.
🔵È un romanzo di formazione, ma anche una storia di passioni brucianti, che annientano la solitudine.
Una storia per chi non era nato nel 2001 ma vuole capire quei giorni. E per chi c’era, e li sente ancora addosso.
A chi si rivolge?
A giovani lettrici e lettori dai 13 ai 18 anni.
A chi vuole ripercorrere i sassi di Pollicino che portano alle sfide di oggi.
A chi ama la parola “possibile.
A chi vuole guardare ai giovani con benevolenza e fiducia.
Perché le domande di quel movimento sono ancora tutte lì, aperte. E perché la storia del nostro Paese, anche quella più recente – merita di essere raccontata.
Tutto quello che brucia è in libreria dall’8 aprile.
Grazie di cuore a Chiara Fiengo e Gaia Margutti, a Manuela Pisati e Simona Scandellari e grazie a Feltrinelli Up!
OGNI condivisione è belvoluta!
Soprattutto, non vedo l’ora di saper cosa ne pensate.
Daniele Aristarco
Di seguito, un collegamento per leggere le prime pagine:
“Era il 20 luglio del 2001 e la città stava litigando con il cielo. C’era fumo dappertutto e urla, e sirene, e il fracasso dei sassi e degli spari. Qualcuno correva, qualcun altro inciampava e cadeva. E io ero lì. Cercavo di respirare, ma l’aria sembrava fatta di benzina e cenere.
Poi, la voce di Chloé ha squarciato il caos. Ha detto ‘Viktor’, e io subito mi sono sentito in salvo. Le sono corso incontro, sono inciampato, sono caduto. Lei mi ha raggiunto, mi ha rimesso in piedi, e poi siamo scappati. E mentre correvo, mi guardavo attorno per non dimenticare nulla. Guardavo le scritte rosse e nere sui muri, i volti coperti, i caschi che brillavano sotto il sole. Poi c’è stata un’esplosione. E dopo, il silenzio. Per un istante ci siamo fermati. Immobili e muti come pedine indifese di un gioco troppo grande.”
Genova, luglio 2001. I leader degli otto Paesi più industrializzati si riuniscono per decidere i destini del mondo. Un’onda di trecentomila persone allaga le strade con la forza di chi crede che un altro mondo sia possibile. Poi le cariche, il fumo, gli spari. Il movimento che sognava di riscrivere il futuro si schianta contro un presente di lacrimogeni e manganelli.
“Io c’ero e mi sono chiesto: è l’inizio di una rivoluzione o la fine?”
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